Tutto il mondo è paese, ahahah
Inviato: giovedì 19 giugno 2014, 17:02
http://blogs.barrons.com/techtraderdail ... g-chip-ma/
Christopher Rolland, di FBR & Co, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni a Tiernan Ray di Barron's, relativamente agli escamotage che le aziende IT statunitensi stanno mettendo in pratica per evitare di pagare tasse troppo elevate. Apple, quindi, non sembra essere l'unica a cercare di tali soluzioni.
Negli USA l'aliquota marginale sul reddito delle aziende è del 40% (35% a livello federale e 5% circa a livello statale), la più alta al mondo, ma non solo. Le aziende statunitensi devono pagare le tasse anche sui profitti che ottengono attraverso le vendite nei paesi esteri. Come fare per ovviare a tale salasso?
La legge statunitense (così come quella di altri paesi, tra cui l'Italia), comunque, permette a queste aziende anche di non pagare un singolo centesimo, se si hanno dei buoni commercialisti ed avvocati, come nel caso di Amazon ed Apple: basta non rimpatriare quanto si è guadagnato! Solo quando tornato in patria questi soldi possono essere tassati, secondo la Legge. Per questo Amazon ha sede legale in Lussemburgo, ed Apple in Irlanda. Lì pagano le tasse, e lì parcheggiano i loro miliardi di dollari, finché non devono essere investiti da qualche altra parte (difficilmente negli Stati Uniti).
Una soluzione ancora più semplice di questa, e più duttile, sebbene un po' più costosa, è quella di acquistare almeno il 20% del valore delle aziende estere. Non solo queste aziende possono godere di base del fisco del paese dove hanno sede, ma nel caso queste vogliano investire negli USA avranno un trattamento di favore (come sempre accade, se un'azienda estera vuole investire nel proprio paese, si tende a favorirla economicamente). Alla casa madre basta spostare denaro nella controllata o consociata, per poi investire negli Stati Uniti attraverso quest'ultima.
Per questo motivo le acquisizioni o le alleanze delle grandi multinazionali che operano nel mondo IT si stanno moltiplicando, e siamo solo all'inizio.
Christopher Rolland, di FBR & Co, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni a Tiernan Ray di Barron's, relativamente agli escamotage che le aziende IT statunitensi stanno mettendo in pratica per evitare di pagare tasse troppo elevate. Apple, quindi, non sembra essere l'unica a cercare di tali soluzioni.
Negli USA l'aliquota marginale sul reddito delle aziende è del 40% (35% a livello federale e 5% circa a livello statale), la più alta al mondo, ma non solo. Le aziende statunitensi devono pagare le tasse anche sui profitti che ottengono attraverso le vendite nei paesi esteri. Come fare per ovviare a tale salasso?
La legge statunitense (così come quella di altri paesi, tra cui l'Italia), comunque, permette a queste aziende anche di non pagare un singolo centesimo, se si hanno dei buoni commercialisti ed avvocati, come nel caso di Amazon ed Apple: basta non rimpatriare quanto si è guadagnato! Solo quando tornato in patria questi soldi possono essere tassati, secondo la Legge. Per questo Amazon ha sede legale in Lussemburgo, ed Apple in Irlanda. Lì pagano le tasse, e lì parcheggiano i loro miliardi di dollari, finché non devono essere investiti da qualche altra parte (difficilmente negli Stati Uniti).
Una soluzione ancora più semplice di questa, e più duttile, sebbene un po' più costosa, è quella di acquistare almeno il 20% del valore delle aziende estere. Non solo queste aziende possono godere di base del fisco del paese dove hanno sede, ma nel caso queste vogliano investire negli USA avranno un trattamento di favore (come sempre accade, se un'azienda estera vuole investire nel proprio paese, si tende a favorirla economicamente). Alla casa madre basta spostare denaro nella controllata o consociata, per poi investire negli Stati Uniti attraverso quest'ultima.
Per questo motivo le acquisizioni o le alleanze delle grandi multinazionali che operano nel mondo IT si stanno moltiplicando, e siamo solo all'inizio.