Lettera del Presidente del Consiglio agli insegnanti
Inviato: sabato 16 maggio 2015, 20:45
Ecco la lettera ricevuta da mia madre:
Gentilissime e gentilissimi insegnanti,
oggi per la prima volta dopo undici trimestri il PIL italiano torna a
crescere. È un risultato di cui dovremmo essere felici, dopo anni di
recessione. Ma personalmente credo non basti questo dato: l'unica strada per
riportare l'Italia a crescere è investire sulla scuola, sulla cultura,
sull'educazione. Non ci basta una percentuale del PIL, ci serve restituire
prestigio e rispetto alla scuola.
Stiamo provando a farlo ma purtroppo le polemiche, le tensioni, gli scontri
verbali sembrano più forti del merito delle cose che proponiamo di cambiare.
Utilizzo questa email allora per arrivare a ciascuno di voi e rendere
ragione della nostra speranza: vogliamo restituire centralità all'educazione
e prestigio sociale all'educatore. Vogliamo che il posto dove studiano i
nostri figli sia quello trattato con più cura da chi governa. Vogliamo
smetterla con i tagli per investire più risorse sulla scuola. In una parola,
vogliamo cambiare rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi. Dopo anni di
tagli si mettono più soldi sulla scuola pubblica italiana.
L'Italia non sarà mai una superpotenza demografica o militare. Ma è già una
potenza superculturale. Che può e deve fare sempre meglio. Per questo stiamo
lavorando sulla cultura, sulla Rai, sul sistema universitario e della
ricerca, sull'innovazione tecnologica. Ma la scuola è il punto di partenza
di tutto. Ecco perché crediamo nel disegno di legge che abbiamo presentato e
vogliamo discuterne il merito con ognuno di voi.
Intendiamoci. Non pensiamo di avere la verità in tasca e questa proposta non
è “prendere o lasciare”. Siamo pronti a confrontarci. La Buona Scuola non la
inventa il Governo: la buona scuola c'è già. Siete voi. O meglio: siete
molti tra voi, non tutti voi. Il nostro compito non è fare l'ennesima
riforma, ma metterci più soldi, spenderli meglio e garantire la qualità
educativa.
Per questo con il progetto La Buona Scuola:
I. Assumiamo oltre centomila precari. Ovviamente chi non
rientra nell'elenco si lamenta, quelli del TFA non condividono l'inclusione
degli idonei del 2012, quelli della GAE chiedono di capire i tempi, quelli
del PAS fanno sentire la propria voce. Tutto legittimo e comprensibile. Ma
dopo anni di precariato, questa è la più grande assunzione mai fatta da un
Governo della Repubblica. E non è vero che ce l'ha imposta la Corte di
Giustizia: basta leggere quella sentenza per capire che la Corte non ci ha
certo imposto questo.
II. Bandiamo un concorso per altri 60 mila posti il prossimo
anno. Messa la parola fine alle graduatorie a esaurimento si entra nella
scuola per concorso. Ma i concorsi vanno fatti, non solo promessi.
Altrimenti si riparte da capo.
III. Mettiamo circa quattro miliardi sull'edilizia scolastica.
Ancora non sono sufficienti a fare tutto, ma sono un bel passo in avanti,
grazie anche all'operazione Mutui BEI che vale circa 940 milioni di euro.
Costruire una Buona Scuola passa anche dai controsoffitti e dagli infissi,
non solo dalle previsioni normative. É il più grande investimento in
edilizia scolastica mai fatto da un Governo della Repubblica.
IV. Diamo più soldi agli insegnanti. Ci sono 40 milioni di euro per
la vostra formazione. A questi si devono aggiungere 500 euro netti a testa
per la Carta del Professore: musica, libri, teatro, corsi per pagare ciò che
ritenete utile per aiutarvi nella vostra crescita culturale. E ci sono 200
milioni di euro per il merito. Possiamo discutere sui criteri con cui
applicare il merito, ma questi soldi non possono essere dati in parti uguali
a tutti.
V. Attuiamo l'autonomia. Dopo anni di ritardi completiamo il
disegno dell'autonomia attribuendo libertà educativa e progettuale alle
singole scuole e impedendo alle circolari ministeriali di governare in modo
centralistico gli istituti. Si rafforzano responsabilità (e conseguenti
valutazioni) del dirigente scolastico che non è certo uno sceriffo ma un
primus inter pares dentro la comunità educativa.
VI. Realizziamo la vera alternanza scuola-lavoro. Abbiamo il 44% di
disoccupazione giovanile e un preoccupante tasso di dispersione scolastica.
Segno evidente che le cose non funzionano. Replichiamo le esperienze di quei
Paesi come Germania, Austria e Svizzera che già sono presenti sul territorio
nazionale in Alto Adige con il sistema duale, puntando a un maggior
coinvolgimento dei ragazzi nelle aziende e ad un rafforzamento delle loro
competenze.
VII. Educhiamo cittadini, non solo lavoratori. L'emergenza
disoccupazione giovanile va combattuta. Ma compito della Buona Scuola non è
solo formare lavoratori: è innanzitutto educare cittadini consapevoli. Per
questo reintroduciamo spazio per la musica, la storia, l'arte, lo sport. E
valorizziamo la formazione umanista e scientifica.
VIII. Affidiamo a deleghe legislative settori chiave. Ci sono temi su
cui da decenni si aspetta un provvedimento organico e che finalmente stanno
nelle deleghe previste dal testo. In particolar modo un maggiore
investimento sulla scuola 0-6 e gli asili nido, sulla semplificazione
normativa, sul diritto allo studio, sulla formazione iniziale e l'accesso al
ruolo degli insegnanti.
Ho letto tante email, appassionate, deluse, propositive, critiche. Mi hanno
aiutato a riflettere, vi sono grato. Leggerò le Vostre risposte se avrete
tempo e voglia di confrontarvi. Da subito posso fare chiarezza su alcune
voci false circolate in queste settimane:
- Le aziende non hanno alcun ruolo nei consigli di Istituto;
- I giorni di vacanza non si toccano:
- Nessuno può essere licenziato dopo tre anni;
- Il preside non può chiamare la sua amica/amico, ma sceglie tra
vincitori di concorso, in un ambito territoriale ristretto.
C'è un Paese, l'Italia, che sta ripartendo. Con tutti i nostri limiti
abbiamo l'occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri
figli. Sciuparla sarebbe un errore. Conosco per esperienza di padre, di
marito, di studente l'orgoglio che vi anima, la tenacia che vi sorregge, la
professionalità che vi caratterizza. Mentre scrivo sul computer scorrono
nella mente i volti e i nomi dei professori che mi hanno accompagnato come
credo accada spesso a ciascuno di voi: le storie di chi all'elementare
Rodari, alla media Papini, al Liceo Dante si è preso cura della formazione
mia e dei miei compagni di classe. Un professore collabora alla creazione
della libertà di una persona: è veramente una grande responsabilità. Vi
chiedo di fare ancora di più: darci una mano a restituire speranza al nostro
Paese, discutendo nel merito del futuro della nostra scuola. Il nostro
progetto non è “prendere o lasciare” e siamo pronti a discutere. Ma
facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare. L'Italia è più forte
anche delle nostre paure.
Aspetto le Vostre considerazioni.
Intanto, buon lavoro in queste settimane conclusive dell'anno scolastico.
Molto cordialmente,
Matteo Renzi