Neppure in tempo di pandemia i ricercatori sulla sicurezza informatica si fermano (In questo caso i ragazzi di Bitdefender), ed ecco qui comparire una nuova vulnerabilità che colpisce le CPU Intel. Questa, chiamata Load Value Injection (CVE-2020-0551), sfrutta le Software Guard Extensions (SGX), permettendo di impossessarsi dei dati dislocati nella Cache e nella memoria di sistema.
Questa vulnerabilità si dimostra particolarmente problematica per Intel, in quanto le future mitigazioni potrebbero essere difficili da implementare per proteggere le Virtual Machine. I ricercatori di Bitdefender, infatti, hanno evidenziato come questa vulnerabilità sia particolarmente efficace in sistemi in cui si condividono le risorse hardware. Michael Schwarz, ricercatore dell'università di Gratz, ha affermato: "Being essentially a reverse Meltdown-type attack, LVI for the first time combines Spectre-style code gadgets in the victim domain with Meltdown-type microarchitectural data leakage from faulting or assisted load instructions to compose highly innovative and dangerous attacks that allow to directly inject attacker-controlled data into a victim's transient execution".
Intel, comunque, non sembra particolarmente preoccupata da questa nuova vulnerabilità: "Due to the numerous complex requirements that must be satisfied to successfully carry out, Intel does not believe LVI is a practical method in real world environments where the OS and VMM are trusted. New mitigation guidance and tools for LVI are available now and work in conjunction with previously released mitigations to substantively reduce the overall attack surface".
Forse si tratta solo di una strategia per minimizzare il problema, in quanto Michael Schwarz ha inoltre affermato: "Meltdown-type incorrect transient forwarding effects are not as easy to fix as expected".