GSMArena aveva avuto le soffiate giuste, sul finire di settembre di quest’anno: Texas Instruments avrebbe abbandonato il campo dei SoC ARM dedicati al mercato consumer.
Un campo di battaglia ormai saturo, eccessivamente competitivo, e quindi con i margini ridotti all’osso. Anche la vincita della gara per equipaggiare il Kindle Fire di ultima generazione è stata un buco nell’acqua: i margini su ogni singolo SoC sono quasi inesistenti.
Ecco quindi che la vecchia signora texana, nata nel 1938, decide di tornare a casa, dedicandosi a quello che sa fare meglio, e che l’ha tenuta in vita fino ad ora: i prodotti per il mercato professionale. OMAP 5 non vedrà mai la luce per il mercato consumer, ma tutta la ricerca fatta fino ad ora non andrà persa. TI si dedicherà al settore Server, dove i margini di crescita e di guadagno sono destinati ad aumentare notevolmente, almeno fino al 2018/2020, secondo le più influenti analisi di mercato.
Si legge sul sito di Texas Instruments: “With the new OMAP 5 processor-based modules, industrial developers now have a greater range of ARM-based development options for solutions that require high-performance processing, real-time time control, advanced graphics, and fanless low power”.
Il sentiero è segnato, e non si tornerà più indietro. Il lavoro da fare, comunque, sarà molto. Oltre alla grande professionista di CPU ARM per ambiente server, Calxeda, si sono aggiunte alla lotta anche Samsung e AMD. Vedremo cosa sarà in grado di fare Texas Instruments, la quale ha deciso di puntare soprattutto sulle tecnologie Wireless e le CPU ARM per Server.