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Quando AMD, tra la fine del 1988 e l'inizio del 1989, decise di sviluppare l'Am286ZX/LX studiò attentamente gli errori commessi da Intel quando tentò di insediare il mercato delle CPU RISC allora dominanti. L'errore principale della casa di Santa Clara fu quello di non fornire fin da subito software professionali compatibili con i propri processori, o almeno il supporto per lo sviluppo di tali software. La dirigenza di Intel pensò che le sarebbe bastato offrire una CPU molto prestante ed il successo sarebbe giunto di conseguenza. Un errore madornale, ripetuto per ben due volte, nel 1981 e nel biennio 1988-1989. 

 

"Foundations of Computer Technology", Alexander John Anderson, 1998

 

 

Sebbene i processori Intel, in teoria, fossero molto potenti e tutto sommato economicamente abbordabili, nella pratica questa potenza non venne sfruttata. Questo determinò il fallimento quasi istantaneo dell'i960 e dell'i860. Rimasero in commercio per appena due anni, nel mercato Workstation; un lasso di tempo incredibilmente breve per un prodotto informatico dell'epoca.

AMD decise allora di cambiare tipologia di mercato e modus operandi, puntando su quello consumer ed embedded invece che su quello delle workstation e dei server. Decise quindi di realizzare un SoC x86 con cui fare concorrenza a quelli basati su architettura MIPS, utilizzando il sistema MS-DOS e il successo dei PC IBM Compatibili quali trampolini di lancio. Poiché l'ambiente MS-DOS stava attirando a sé sempre più sviluppatori e software house attive nel campo ludico e d'ufficio, e poiché la clientela consumer era alla ricerca di PC IBM Compatibili sempre più economici da utilizzare in ambito familiare, la realizzazione di un SoC in grado di abbattere i costi di produzione dei PC si supponeva sarebbe stata un'ottima idea. Avesse avuto successo in ambiente SoHo, nulla vietava che l'Am286ZX si sarebbe potuto commercializzare anche in altri settori, come quello delle console o delle macchine Embedded, grazie alle economie di scala. Va ricordato, infatti, che il grande successo delle CPU e dei SoC MIPS di fascia media derivava anche dagli ottimi prezzi di vendita, i quali si aggiravano attorno ai 20 – 30 dollari per lotti di 1000 unità (lo stesso dei SoC ARM prodotti oggigiorno). Prezzi assolutamente irraggiungibili per le CPU x86, sia di Intel sia di AMD. Questi prezzi furono possibili per due ragioni, principalmente: la già citata semplicità dell'architettura MIPS, e la realizzazione di CPU e SoC specificatamente progettate per determinati utilizzi. Questo rendeva i prodotti basati su MIPS compatti e, quindi, economici da produrre.