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AMD, quando sviluppò l'Am286ZX/LX, tentò di entrare in diretta competizione con MIPS e ARM utilizzando l'ISA x86, ma fu una battaglia persa in partenza. Non avrebbe mai potuto competere con queste dal punto di vista dell'efficienza, e non avrebbe mai potuto competere con le CPU Intel dal punto di vista delle prestazioni pure, in quel preciso momento storico.

Intel, al tempo, lo sapeva assai bene, ed infatti tentò di battagliare con MIPS e ARM non attraverso l'utilizzo di x86, ma realizzando dei processori RISC ex-novo. Ugualmente, qualche anno dopo, tentò di inserirsi nel mercato Embedded grazie all'acquisto della divisione StrongARM di DEC (1997) e alla creazione della divisione XScale (2000). Solo a metà degli anni 2000 la casa di Santa Clara mise da parte ARM, per concentrarsi unicamente su x86, grazie al vantaggio accumulato dal punto di vista delle fonderie, il quale le permise di vincere la gara nel mercato dei Server e delle Workstation, abbattendo una dopo l'altra MIPS, DEC (Alpha), Oracle (Sparc) e IBM (Power), ma sottostimando la futura crescita del mercato Mobile. Oggi, dopo una decina d'anni, tale vantaggio si è ormai azzerato; ARM e, in parte, MIPS stanno rialzando la testa.

Dalla storia dell'Am286ZX/LZ, quindi, si può imparare una lezione: a parità di processo produttivo, in determinati ambiti, x86 è oggettivamente inferiore ad ARM e MIPS. Ogni ISA, d'altronde, ha i propri punti di forza e le proprie debolezze. Non fu una sconfitta di AMD, ma dell'architettura x86 in generale. AMD, grazie a questa esperienza diretta, lo sa bene, e per tale motivo ha deciso di produrre gli Opteron X, basati su ISA ARM.