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Il Kioxia Exceria è giunto nella classica confezione minimale degli SSD da 2.5”. Questa è caratterizzata da una grafica nera/verde, la quale richiama i colori dell’azienda.

All’interno, ben protetto da un avvolgente package di plastica trasparente, troviamo l’SSD e il libretto di istruzioni.

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Lo châssis dell’SSD, spesso 7mm, al contrario dei "vecchi" prodotti di OCZ Technology (azienda acquisita da Toshiba diversi anni fa), non è serrato da alcuna vite (a croce o torx), ma da un semplice sistema ad incastro, al pari del Toshiba TR200. Questo ci permette di aprirlo senza grossi problemi. Aperto l'SSD, ci troveremo di fronte ad un PCB Half-Size. Su questo possiamo trovare il CTRL NAND e i quattro chip di memoria NAND Flash.

 

Il CTRL NAND è il medesimo che abbiamo visto nel TR200, cioè il Toshiba TC58NC1010GSB (l'unico componente raffreddato grazie all'utilizzo di un pad termico). Si tratta di un Phison 11 rimarchiato Toshiba, un CTRL NAND di fascia entry level in grado comunque di saturare la banda messa a disposizione dal canale di comunicazione SATA III (550 MB/s circa). Poiché si tratta di un SSD di fascia entry level, manca la Cache (DDR2 o DDR3), un elemento utile soprattutto per gli SSD NVMe ad elevate prestazioni.


I chip dei memoria NAND Flash, da 256GB ognuno, sono solo quattro e sono prodotti da Toshiba. L’SSD Toshiba TR200, sempre da 960GB, integrava invece ben otto chip NAND Flash. Questo miglioramento è stato possibile grazie all'utilizzo della tecnologia Twin BiCS Flash, evoluzione della tecnologia proprietaria BiCS di Toshiba, che permette un raddoppio della densità di memorizzazione, mantenendo però invariata l’affidabilità. Ricordiamo, inoltre, che le memorie NAND Flash di Toshiba sono, con tutta probabilità, le più affidabili attualmente in commercio.

NOTA BENE: come alcuni di voi avranno notato, teoricamente sono disponibili 1024GB di spazio, ma solo 960GB sono utilizzabili. Questi 64GB "mancanti" in realtà servono per migliorare l'affidabilità dell'SSD, e questa feature si chiama, in gergo, "over-provisioning": questi 32GB vengono lasciati in riserva, così che le “celle morte” (Le celle possono essere scritte un massimo di volte) possano venire sostituite gradualmente una volta esaurite, al fine di evitare fastidiose perdite di dati (Soprattutto nel caso l’SSD venga utilizzato in sistemi che devono essere necessariamente affidabili al 100%). L'over-provisioning è utile, in conclusione, soprattutto in ambiti professionale, ma fa molto piacere vederlo attivo in un SSD di fascia Entry-Level.