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Chiara Pesatori (EMEA Education Program Manager in Dell) ha trovato un po' di tempo, oltre che per la lunga intervista telefonica con il sottoscritto, anche per rispondere personalmente a qualche domanda, nonostante sia oberata di impegni. Di questo la ringrazio sinceramente, e spero che anche i nostri lettori apprezzeranno.

 

Ciao Chiara, grazie per aver accettato il nostro invito a questa tavola rotonda sulla digitalizzazione della scuola italiana. Prima di cominciare con le domande sull'argomento, potresti presentarti ai nostri lettori?

Lavoro in Dell da più di 15 anni in ruoli marketing e da circa tre anni sono Marketing Manager Emea per il mercato Education di Dell

Potresti parlarci delle proposte offerte da Dell, in ambito educativo, che potrebbero interessare la Scuola Pubblica italiana?

Parliamo un momento della nostra strategia che chiamiamo Dell Connected Learning:
è una strategia che mira ad aiutare le scuole a trasformare l'istruzione per l'era digitale rispondendo alle esigenze dell'intero sistema scolastico, dalle aule ai data center per arrivare fino a dove gli studenti vivono.
Il nostro approccio offre la tecnologia adatta per collegare tutti gli elementi del sistema scolastico in modo da influire positivamente sull'ambiente di insegnamento e apprendimento.
La soluzione che abbiamo dedicato alla scuola si chiama “Connected Classroom” ed include prodotti Dell quali tablet, notebook, i nostri proiettori interattivi ed il Dell cart, insieme a prodotti di terze parti quali la lavagna luminosa, il software per la gestione della classe e altro.

Quali di queste sono state attualmente scelte o sono state prese in seria considerazione per un utilizzo nella Scuola Pubblica?

La Connected Classroom è una soluzione estramente modulare quindi molte scuole acquistano semplicemente dei notebook e/o dei tablet, mentre altre scelgono il nostro carrello Dell che permette di inserire e ricaricare 30 tablet o 30 notebook e di spostarsi da una classe all’altra eliminando la stanza dedicata al laboratorio informatico e portando il laboratorio informatico da una classe all’altra.

Parlando più specificatamente del materiale con cui verrà equipaggiata una classe tipo, puoi descriverci i terminali Dell, e i suoi prodotti in generale, che vedremo maggiormente utilizzati dagli studenti e dai professori italiani?

Dell ha da poco annunciato il Latitude 3330 per favorire l’accesso degli studenti alla tecnologia e al lavoro nel maggior numero di ambienti IT possibili. Il nuovo laptop supporta Microsoft Windows 8, Windows 7 e Linux Ubuntu, offrendo agli studenti la possibilità di produrre, utilizzare e condividere informazioni, oltre che di sfruttare i comuni software e applicazioni didattici per personalizzare la propria esperienza di apprendimento a scuola e a casa.

La nuova soluzione Dell Mobile Computing Cart, annunciata con il Latitude 3330, è disponibile nelle versioni gestita e non gestita e offre storage, carica e trasporto sicuri. Pensato per contenere vari formati e schermi di dimensioni differenti, il Cart può ospitare tablet, Ultrabook, laptop e fino a 30 Dell Latitude 3330. Il cart consente il management e gli aggiornamenti IT da remoto, l’ideale per gestire un gruppo di sistemi tra differenti location. Vi sono poi il tablet Dell Latitude 10 con i vari accessori quali la docking station e la custodia protettiva Griffin® Survivor™ o il Latitude 6430u che è un Ultrabook da 14 pollici.


Considerata l'infrastruttura informatica della scuola italiana (ADSL, fondi a disposizione, aule informatiche, ecc) ed il grado di preparazione del corpo docente, consideri questi strumenti adeguati ad un loro utilizzo fin dalle prime battute di questa “rivoluzione” didattica e pedagogica? Oppure sarebbe stato meglio almeno formare il corpo docente ad un loro utilizzo?

Direi che la formazione del corpo docente è fondamentale.

In che modo e con quali strumenti avete collaborato con il Ministero dell'Istruzione per coordinare questa migrazione dall'analogico al digitale? Leggendo questo articolo scritto da Giovanni Biondi sembra che tutto ricadrà sulle spalle dei singoli insegnanti, come lascia intendere questa frase: “Se si cambiano gli strumenti di un modello trasmissivo della scuola anche tutta l 'architettura didattica tradizionale entra in crisi e sollecita l'adozione di nuove metodologie”. Puoi dirci qualcosa? Riguardo questo punto, avete mai considerato, in Dell, di creare dei corsi di certificazione per insegnanti, al pari di quello che fanno le aziende attive nel settore Enterprise (Es. Red Hat) per la formazione di sistemisti e programmatori? I Ministeri dell'Istruzione spesso si trovano in difficoltà quando devono coordinare e preparare questi cambiamenti, e una simile opportunità potrebbe essere scelta per velocizzare e migliorare le competenze dei docenti.

Società come la nostra, in collaborazione con terze parti, devono senza dubbio mettere in campo dei programmi per istruire e certificare le insegnanti sull’utilizzo della tecnologia ma credo che il discorso sia molto più complesso. Le insegnanti devono cambiare completamente il modo in cui vengono concepite le lezioni e la tecnologia è solo uno strumento.

Se non è troppo “politically incorrect”, come consideri questa riforma scolastica rispetto a quella che è in atto negli altri paesi europei?
    
Non mi sembra che in Italia i vari Governi abbiano lavorato pensando che investire nella Pubblica Istruzione significa investire nel futuro del nostro Paese. Figuriamoci ora con la difficile situazione che stiamo vivendo...

Per concludere in bellezza, e un po' in allegria, parliamo un po' di Apple. Come mai, sebbene abbia un'offerta del tutto inadeguata rispetto a Dell o Samsung, ha un notevole successo nelle scuole, soprattutto quelle  private? Bisogna essere alla moda anche quando si impara o insegna?

Credo che Apple abbia fatto un ottimo lavoro dal punto di vista marketing e sta raccogliendo i risultati.

Ti ringrazio Chiara per la disponibilità, e speriamo di poter ripetere la collaborazione per un futuro articolo.