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E' l'agosto del 2001 quando Intel lancia ufficialmente il processore Pentium 4 a 1,5 GHz core Willamette, la prima CPU per il Socket 478, sostituendo così ufficialmente il Socket 423.

Commercializzato nel novembre del 2000, il processore Pentium 4 core Willamette per Socket 423 si rivelò non all'altezza delle aspettative. Le versioni iniziali, operanti alla frequenza di 1,4 e 1,5 GHz, erano inferiori prestazionalmente non solo ai processori prodotti da AMD (Athlon core Thunderbird) ma anche alla precedente generazione di processori Intel, i Pentium 3 core Tualatin, ed in alcuni frangenti anche a quelli core Coppermine.

La cosa creò molto rumore, sottoforma di commenti infuocati da parte di alcuni utenti nei forum e di recensioni tutt'altro che pietose. Le stesse vendite della CPU furono alquanto sottotono, sia per l'eccessivo prezzo di vendita sia perché si doveva utilizzare obbligatoriamente la costosa memoria RDRAM prodotta da Rambus.

Il prezzo iniziale di commercializzazione per gli OEM, ogni 1000 processori acquistati, era di 644$ per la versione a 1,4 GHz e di 819$ per la versione a 1,5 GHz. Intel, resosi conto dell'impossibiilità di continuare su questa strada cercò di correre ai ripari, nel 2001, con il lancio anticipato del Socket 478.

Il cestello di aggancio del dissipatore del Socket 478, un notevole passo in avanti rispetto al sistema di aggancio del Socket 423

 


Parola d'ordine: velocizzare l'uscita del Socket 478!

Il potere del marchio, e del marketing, Intel stava mostrando tutto il proprio valore. Sebbene AMD fosse sul mercato da ormai un anno con la migliore CPU, sia dal lato prestazioni sia da quello prezzo, la casa di Santa Clara non sembrava perdere eccessive quote di mercato. I clienti, seppur a malincuore, non esitavano a mettere pesantemente mano al portafoglio per l'acquisto di un sistema basato sul Socket 423, il quale solo di CPU ingoiava la bellezza di 1.500.000 lire (P4 1,4 Ghz). Il costo di un PC completo di fascia bassa basato sulla CPU Duron di AMD.

Intel, comunque, necessitava di tirare fuori un processore veramente concorrenziale in quanto i clienti, prima o poi, si sarebbero accorti che quello che stavano comprando a caro prezzo non era un vero e proprio gioiello della tecnica. Molte riviste e molti siti affermavano che il Pentium 4 sarebbe stato un buon processore, se solo i programmatori avessero riscritto il codice delle proprie applicazioni.

Dalla recensione di Anandtech: "For today's buyer, the Pentium 4 simply doesn't make sense. It's slower than the competition in just about every area, it's more expensive, it's using an interface that won't be the flagship interface in 6 - 9 months and it requires a considerable investment outside of the price of the CPU itself".

Per evitare di regalare ulteriori quote di mercato ad AMD, spingendo i possibili acquirenti della piattaforma rivale a temporeggiare, Intel nel febbraio del 2001 annunciò il Socket 478, appena quattro mesi dopo la commercializzazione del Socket 423. Si può affermare che la prima incarnazione della tecnologia NetBurst non sia durata neppure sei mesi. Questo annuncio creò un certo grado di malessere tra gli OEM e i fornitori, con i magazzini ancora straripanti di CPU Socket 370 e 423 invendute.

Il sito DigiTimes, nell'ottobre del 2001, affermava che vi erano in magazzino almeno 2 milioni di CPU P4 Socket 423 e oltre un milione di Pentium 3. Intel fu così costretta ad immettere sul mercato con il contagocce le nuove soluzioni, tanto da dover effettuare un comunicato stampa poco prima della chiusura del Terzo Trimestre, in cui affermava che sarebbe stato un periodo tranquillo ("Quiet period"), per evitare contraccolpi in borsa.

Il differente Package di Willamette: a sinistra per Socket 423 e a destra per Socket 478

 

 


Gli errori del Socket 423

Con il Pentium 4 Intel si apprestava a presentare la prima vera nuova architettura dopo l'introduzione del Pentium Pro nel 1995. Questa nuova architettura prese il nome di NetBurst, e le sue principali caratteristiche erano un numero elevato di stadi di pipeline (20 nel core Willamette, fino a 31 nel core Prescott: per fare un confronto, il Pentium 3 aveva solo 10 stadi di pipeline), così da elaborare, almeno teoricamente, un maggior numero di operazioni per ciclo di clock, l'introduzione delle tecnologie Rapid Execution Engine e Execution Trace Cache, e del Quad Pumped Bus.

La prima volta che Intel parlò approfonditamente della nuova architettura fu all'IDF primaverile del 2000, in febbraio, ma stranamente durante quell'incontro non fu mostrato nulla di funzionante o, comunque, un qualche benchmark. Evidentemente le prestazioni non erano pari alle aspettative. Nell'aprile del 1999, presentando la nuova archiettura agli OEM, Intel parlò di una frequenza di lancio di 1,1 GHz, aspettandosi da AMD una frequenza, per i suoi processori nel medesimo periodo, di 666 MHz: che sorpresa fu per Intel quando AMD agli inizi del 2000 commercializzò la prima CPU a 1GHz!

Per tale motivo Intel cercò di commercializzare il Pentium 4 alla frequenza più alta possibile, anche a scapito dei consumi.

Il numero elevato di modifiche rispetto al Pentium III ha portato alla realizzazione di un'architettura del tutto diversa da quelle conosciute precedentemente, con tutti i pro e i contro del caso. L'alto numero di Pipeline favoriva l'aumento della frequenza della CPU, ma al contempo faceva diminuire l'IPC del processore. Aumentare il numero di operazioni eseguibili per ciclo di clock permette teoricamente di velocizzare l'esecuzione di un'applicazione, ma allo stesso tempo richiede di ricominciare da capo (svuotamento e riempimento della Pipeline) nel caso in cui un'operazione tra il primo ed il penultimo stadio fosse sbagliata.

Detto più semplicemente, attraverso un'analogia, in un compito in classe di matematica possiamo fare i conti con la calcolatrice e segnarli di volta in volta su un foglio o farli a mente e cercare di ricordarli quando servono. Il primo caso è l'architettura PIII di Intel o Athlon/Duron di AMD, il secondo il NetBurst.

Nasce così l'esigenza di sviluppare tutta una serie di tecnologie capaci di limitare questo importante difetto. La prima era il Rapid Execution Engine, capace di far operare al doppio della frequenza di clock le ALU del processore. La seconda era la Execution Trace Cache, impiegata per memorizzare micro codice che verrà ripetuto più volte. La terza, e più famosa, è il Quad Pumped Bus, bus di sistema tra CPU e Northbridge che quadruplicava l'ampiezza di banda.

Allo stesso modo, per coadiuvare queste caratteristiche, Intel adottò le nuove, velocissime (rispetto alle Sdram), ma anche costosissime memorie, prodotte da Rambus, RDRAM. Attraverso queste caratteristiche gli ingegneri Intel si aspettavano di raggiungere la frequenza di 10 GHz nell'arco di alcuni anni ma, come vedremo in seguito, le loro speranze furono fiaccate da diversi problemi.

Adattatore per utilizzare processori Socket 478 su schede madri Socket 423

 


Socket 478: la rinascita

AMD, mentre Intel si stava intestardendo con il costoso Socket 423, decise di muoversi in modo diverso, cercando di venire incontro alla fascia media e bassa del mercato. Creò una linea di processori economici derivati dai velocissimi Athlon Thunderbird, a cui diede il nome di Duron, e adottò, in vece delle RDRAM, le altrettanto veloci, ma molto meno costose, memorie DDR Sdram, evoluzione delle vecchie Sdram. Queste mosse permisero all'azienda di Sunnyvale di guadagnare quote di mercato, portando Intel nella situazione di dover inseguire, almeno tecnologicamente.

La prima, e più importante, anche per gli anni successivi, soluzione che trovò Intel fu quella di creare una campagna pubblicitaria basata sulla frequenza del processore. Fino ad allora le CPU AMD e Intel avevano combattuto più o meno alla pari in termini di frequenza. Con l'avvento dei Pentium 4, e della tecnologia NetBurst, Intel ha cercato una nuova strada, che però non ha pagato dal punto di vista delle prestazioni. La casa di Santa Clara decise allora di puntare su una aggressiva campagna di marketing che pubblicizzava la frequenza del processore come unico metro per misurarne le effettive prestazioni. La cosa fu tanto più semplice quanto più il mercato si ampliò: fu il periodo in cui, grazie alla concorrenza di AMD, i prezzi dei computer si abbassarono. I novizi del mondo informatico presero per buone le affermazioni di Intel (l’unica che faceva campagna pubblicitaria sistematica), e si creò il mito della casa di Santa Clara quale quella "più affidabile".

Questo modus operandi permise ad Intel di guadagnare tempo e di poter immettere sul mercato il Socket 478 senza che le sue quote venissero eccessivamente intaccate.

Il Socket 478, nome in codice Socket N, avrebbe dovuto essere esclusivo della futura revisione Northwood, ma le esigenze costrinsero ad un adattamento del Package di Willamette (il cui Socket nativo 423 aveva come nome in codice Socket W).

L'esigenza del nuovo zoccolo si palesò quasi subito a causa dell'eccessivo consumo energetico che la tecnologia NetBurst imponeva. Fu con il Socket 478 che il core Willamette raggiunse finalmente la barriera dei 2 GHz, nel dicembre del 2001. Questo cambio di socket fu utilizzato da Intel anche per introdurre un nuovo northbridge in sostituzione del costoso i850, creato per le RDRAM. Nella seconda metà del 2001 fu introdotto il più semplice i845, abbinato allo stesso southbridge ICH2, il quale finalmente permise di utilizzare le più economiche DDR con i Pentium 4. La mossa di AMD, seguita da Intel, di utilizzare questa tipologia di memorie fece crollare in relativamente poco tempo il loro costo, addirittura fino all'85% nell'arco di un anno (giugno 2000 - giugno 2001). Le costose RDRAM finirono così fuori mercato dal punto di vista del rapporto prezzo/prestazioni, obbligando Intel al passaggio.

Il chipset i850 non fu comunque del tutto abbandonato. Abit, ad esempio, commercializzò la scheda madre TH7II-RAID per Socket 478. Dunque, grazie a questo cambio di socket, Intel finalmente riprese la vetta della classifica in ambito prestazionale su AMD, ma lasciava ancora scoperte le fasce più basse del mercato. I Celeron basati sul core Willamette scaldavano quanto i Pentium 4, ma offrivano prestazioni scandalose, se rapportate ai Duron di AMD, a quel tempo basati sul core Palomino.

Il Northbridge i850 e il Southbridge ICH2

 

Il Northbridge i845 e il Southbridge ICH2

 

 


L'arrivo dei Northwood

La commercializzazione dei Pentium 4 a 2 GHz permise ad Intel di tornare dominatrice della fascia altissima, come accennato, ma dal punto di vista del rapporto prezzo/prestazioni la proposta della casa di Santa Clara era ancora deficitaria. AMD aveva presentato le CPU Palomino in pompa magna ed aveva abbandonato la denominazione classica delle CPU, basata sulla frequenza, riadottando, dopo la parentesi K5, lo storico Performance Rating (PR).

AMD, dovendo inseguire Intel sul mercato, specie dal punto di vista del marketing, sviluppò questo sistema di nomenclatura per evitare di venire considerata un produttore di CPU scadenti. Tale decisione scatenò dibattiti accesi su internet, nelle riviste e tra gli utenti, additando addirittura AMD come ingannatrice: quando un utente scopriva che il proprio Athlon Xp 2000+ funzionava a 1,66 GHz invece che a 2,0 GHz scattava, sui forum, l'accusa di frode. Era un'epoca in cui spesso i processori si vendevano "al kilo". Non si compravano le prestazioni, ma i MHz.

Nell'aprile del 2002 fa finalmente la sua comparsa sul mercato il core Northwood, con un processo produttivo aggiornato che lasciava i vecchi 0.18 micron del core Willamette per i nuovi 0.13 micron. Non solo: la cache di secondo livello cresce da 256kB a 512kB e il voltaggio di funzionamento scende a 1,5V. Finalmente i Pentium 4 potevano sopravanzare nelle vendite i Pentium 3, diventando anche più economici: la produzione di un Pentium 4 Willamette costava 90$, quella di un Pentium 3 circa 40$, a parità di processo produttivo.

Questi aggiornamenti permisero ad Intel di commercializzare il Northwood A alla frequenza di 2,4 GHz. Pur tuttavia, lo scettro delle prestazioni passò nuovamente nelle mani di AMD: il nuovo Athlon XP 2100+ (core Palomino), operante alla frequenza di 1733 MHz, vinceva a man bassa in quasi tutti benchmark e nel prezzo. La CPU AMD veniva venduta ad un prezzo medio di 420$, il Pentium 4 ad un prezzo medio di 550$ (prezzi comunque di molto inferiori ai circa 820$ del primo P4 core Willamette).

Entrambi questi processori avrebbero comunque avuto vita breve; sia Intel che AMD stavano preparando il lancio sul mercato dei "pezzi da 90".

Tra il maggio e il giugno del 2002 Intel commercializza la revisione B di Northwood, con il bus a 533 MHz. Il modello di punta raggiunge la frequenza di 2,53 GHz e viene venduto a 637$ per lotti di 1000 processori. Poco dopo, AMD risponde con l'Athlon XP 2200+ con core Thoroughbred A, operante alla frequenza di 1,8 GHz. Il prezzo di commercializzazione è incredibilmente basso: 241$ per lotti di 1000 processori. Il passaggio del sistema produttivo da 0.18 micron a 0.13 micron permise ad AMD di applicare una politica dei prezzi molto aggressiva.

In ambito prestazionale il Pentium 4 superava l'Athlon XP di un buon 20% in media, e lo poneva dunque ai vertici della categoria. Il prezzo, però, continuava a rimanere alto: a fronte di un vantaggio del 20% nelle performance, costava il 150% in più.

Le campagne pubblicitarie e le prestazioni assolute convinsero comunque gli utenti a parteggiare ancora per Intel: AMD non riusciva a guadagnare significative quote di mercato, nonostante possedesse una ottima CPU, venduta a prezzo stracciato.


L'ultima incarnazione di Northwood

AMD, spingendo sull'acceleratore, introdusse una nuova revision di Thoroughbred, la "B", ottima anche in overclock: finalmente le CPU AMD non necessitavano di un sistema a liquido per ottenere dei risultati di un certo livello. L'affinamento del processo produttivo diede i suoi frutti, permettendo di commercializzare, nell'ottobre del 2002, l'Athlon XP 2800+, operante alla frequenza di 2250 MHz. Una frequenza incredibile per l'epoca, considerando che la CPU aveva una pipeline di soli 10 stadi.

Intel, spiazzata da questi nuovi processori, cercò di rimediare come poté: cancellò la versione di Northwood con il Bus a 667 MHz (166 x 4), introdusse il nuovo Northbridge 845PE in ottobre e commercializzò nel novembre dello stesso anno il Pentium 4 Northwood B a 3,06 GHz. Questo processore fu il canto del cigno della revisione B, e spinse l'architettura al limite. Il voltaggio della CPU fu portato da 1,525V a 1,55V, il TDP passò da 68W a 82W e fu introdotta la tecnologia Hyper-Threading. Non deve quindi stupire che solo alcune schede madri furono certificate per essere utilizzate con questo processore. Il Pentium 4 3,06 GHz fu commercializzato al prezzo di circa 700$ (contro i 397$ circa dell'Athlon XP 2800+).

Questo non era comunque sufficiente, se non nel breve periodo. AMD, secondo voci di corridoio, si stava preparando a commercializzare l'ultima revisione del progetto K7 (Core Barton), così Intel decise di attaccare seriamente anche la fascia media del mercato, quella attorno ai 250$, fino ad allora stabilmente in mano alla concorrente (dal punto di vista dei prodotti, non delle quote di mercato).

La concorrenza di AMD costrinse Intel ad abbandonare i piani di una lenta e più graduale commercializzazione dei propri prodotti, a tutto vantaggio del cliente. La cancellazione di Northwood con Bus a 667 MHz, come detto poco sopra, portò alla veloce commercializzazione della Revisione C con Bus a 800 MHz e l'Hyper Threading abilitato in tutti i Pentium 4, non solo nel modello di punta. Il lancio del nuovo Pentium 4, tra l'aprile e il maggio del 2003, avvenne in concomitanza con l'introduzione dei northbridge i875P e i865PE, abbinati al southbridge ICH5/R. Caratteristica innovativa di questa serie di chipset fu l'introduzione della tecnologia Dual Channel che permetteva, attraverso l'utilizzo di banchi di ram identici a coppie, di raddoppiare la banda passante.

Il modello da 2,4 GHz, commercializzato a circa 250$, fu un vero e proprio must have per molti utenti smaliziati. Si poteva portare abbastanza facilmente a 3 GHz con un leggero overclock, con un risparmio di circa 350$. Da una recensione: “This alone will make the Pentium 4 2.4C the new overclocking king in my opinion”.

Nello stesso periodo vide la luce l'architettura Centrino per notebook, la quale puntava tutto sull'efficienza del processore. L'IPC delle nuove CPU mobile Intel, core Banias, era superiore sia alle proposte AMD sia al Pentium 4. Intel, nella campagna pubblicitaria, puntò a valorizzare la capacità di risparmio energetico e le caratteristiche velocistiche di Banias, in rapporto alla frequenza. La testa degli utenti divenne un colabrodo, non capendo più perché ora era importante l'IPC e non la frequenza.

Alcuni esempi:

"But you told us that higher MHz are better!" screams the public.

"So why are you charging me more for a notebook with fewer MHz!"

"It's a more efficient processor," replied Intel. "Plus it uses way less power, so your batteries will last longer."

"There's more to a computer than just clockspeed!" the chipmaker scorns the public. 

La cosa prese una piega talmente imponente che Intel dovette ribattere per mesi alle critiche che le venivano rivolte, svenandosi in campagne pubblicitarie grandiose, sia sulle riviste sia sui canali televisivi. Quello che non era riuscito ad AMD, cioè il far comprendere come i soli MHz non contassero per valutare una CPU, riuscì ad Intel, almeno nel mercato mobile, combattendo i suoi stessi prodotti!

Pentium 4 Northwood C Boxed

 

 


 Inizia la passione sfrenata per l'overclock anche tra il pubblico medio

Il periodo che va dall'aprile del 2003 al febbraio del 2004 vide lo spopolare tra molti utenti, spesso completamente estranei al mondo dell'informatica, della pratica dell'overclock. Grazie alla produzione di schede madri Socket 478 adatte allo scopo da parte di case di fama, come Epox, Abit, DFI e Asus, e alla creazione di portali e forum dedicati all'overclock, nell'arco di questi 11 mesi ci fu il primo vero boom.

Non si parla dei pochi appassionati che overclockarono il proprio Celeron Mendocino quando ancora internet era semisconosciuto, ma di intere schiere di utenti che intrapresero questa pratica. A dimostrazione di ciò le schede madri di fascia Enthusiast che furono commercializzate quasi non si contano, ma cercherò comunque di farne un breve elenco tra le più famose o particolari: Asus P4P800-E Deluxe, Asus P4C800-E Deluxe, Abit IC7, Abit IC7-Max3, Abit Ai7, DFI LanParty 875P, DFI Infinity 875P, Epox EP4PCA3+, Soyo 875p Dragon 2 Platinum. Anche Tyan, famosa in ambito server, cercò fortuna in questo nuovo mercato con l'ottima, ma sconosciuta ai più, Trinity i875P.

Il sogno di ogni overclocker del tempo, la Abit IC7-Max3

 

Questa mania si fece talmente assillante che Asustek commercializzò un adattatore, il CT-479, per poter utilizzare i processori della piattaforma Centrino su alcune delle proprie schede madri.

Asus CT-479

 

 


Il P4 Extreme Edition e l'arrivo dell'Athlon64 di AMD

I nuovi processori Athlon XP basati su core Barton si rivelarono eccellenti sia dal punto di vista prestazionale, sia da quello del prezzo, sia in mabito di overclock. Usciti il febbraio del 2003, gli Athlon XP 2500+ diventarono un must have per tutti gli utenti che guardavano non solo alle prestazioni, ma anche al prezzo. Venduto a 100$ circa dopo pochi mesi dal lancio, costava un terzo del modello di punta 3200+. Caratteristica peculiare del 2500+ era il moltiplicatore di frequenza impostato ad 11x, al pari del modello 3200+. Tra i due processori cambiava solamente la frequenza di bus, 333 per il 2500+ e 400 MHz per il 3200+. In questo modo gli utenti, anche su una scheda madre molto economica, potevano effettuare un "finto overclock" così da avere un processore di fascia alta. In tutta tranquillità (le schede madri supportavano sia i 333 MHz sia i 400 MHz di specifica) .

Con un processore da 100$ gli utenti AMD potevano avere prestazioni quasi pari al modello di punta Intel Pentium 4 a 3,2 GHz, che costava sette volte tanto.

Intel si vide costretta, ancora una volta, a correre ai ripari urgentemente, non solo per contrastare i Barton, ma anche perché AMD si stava preparando a presentare la nuova architettura K8, progettata ex-novo e con istruzioni a 64-bit.

Le due case combatterono principalmente sui prezzi, fino a quando nel novembre del 2003 fu presentata la prima CPU Extreme Edition di Intel, realizzata al solo scopo di primeggiare nelle classifiche di benchmark e far contenti gli overclocker.

Questa CPU, chiamata Pentium 4 EE 3,2 GHz, era basata sul core Gallatin, utilizzato fino ad allora solo per le CPU serie Xeon. Semplificando, era un core Northwood con una cache di terzo livello (L3) di 2MB. Questa soluzione permise ad Intel di primeggiare per circa un mese: nel novembre del 2003 fu finalmente presentata la nuova architettura AMD, che prese il nome di Athlon 64. AMD accelerò la commercializzazione dei nuovi processori per cercare di guadagnare ulteriori quote di mercato, immettendo in principio solo le piattaforme di fascia altissima (Socket 940) e di fascia bassa (Socket 754).

Le CPU FX-51, su Socket 940, operanti a 2,2 GHz polverizzavano le controparti Intel, ma venivano vendute ad un prezzo inaccessibile ai più (999$). Queste furono le prime vere CPU dedicate agli overclocker, ed AMD le commercializzò spinta dal successo degli Athlon XP 2500+ core Barton e, come già detto, dalle ottime vendite delle schede madri di fascia alta per Socket 478. D’altra parte, gli Athlon 64 su Socket 754 prestazionalmente tenevano testa ai Pentium 4 senza problemi, soprattutto nei giochi, ed il loro costo era alla portata di tutti.

Intel, impossibilitata almeno in parte a rispondere con i propri prodotti, portò avanti una campagna anti 64-bit, affermando che fossero inutili nell'utilizzo SoHo (Small office, Home office), cioè quello degli utenti casalinghi, per evitare che AMD guadagnasse eccessive quote di mercato.

Logo Pentium 4 Extreme Edition

 

 


L'ultima carta: Prescott

La casa di Santa Clara ad inizio 2004 svelò i piani della nuova architettura per Pentium 4, Prescott, la quale sarebbe diventata l'ultima disponibile su Socket 478.

Spinta da una concorrenza sempre più agguerrita, Intel non si limitò ad utilizzare il nuovo processo produttivo a 0.09 micron per realizzare un semplice die shrink del core Northwood, ma tentò un azzardo: raddoppiò la cache di secondo livello a 1MB ed aumentò gli stadi di pipeline a 31 (contro i 20 di Northwood), con la speranza di salire maggiormente di frequenza.

L'aumento di cache si rese necessario per evitare che il maggior numero di stadi di pipeline inficiasse ancora di più il già deludente IPC, ma questo comportò anche l'annullamento del vantaggio derivato dal nuovo processo produttivo. Il die del processore, invece di veder diminuita del 40% la propria superficie, diminuì di solo un 25%: queste modifiche portarono il computo totale dei transistor a 125 milioni contro i 55 milioni di Northwood, trasformando Prescott in un vero e proprio forno tanto da essere soprannominato "Pre(s)cotto".

Le preview su siti e riviste mitigarono in massima parte gli svantaggi che questa nuova revisione del Pentium 4 avrebbe portato con sé, puntando molto sugli scenari che lo avrebbero avvantaggiato, come per esempio la conversione video o l'utilizzo di software tramite le nuove istruzioni SSE3.

All'uscita delle prime recensioni accadde quanto già si vide con il Pentium 4 Willamette: il Prescott sarebbe stato un buon processore, se solo alcuni software fossero stati riscritti o aggiornati per sfruttarne le caratteristiche. Un Northwood C era generalmente superiore ad un Prescott di pari frequenza. 

Intel si ritrovò nella stessa situazione di Willamette anche per quanto concerne il Socket: il 478 non riusciva più a garantire l'aumento di frequenza richiesto, soprattutto a causa delle correnti di dispersione (corrente di leakage) e molte schede madri, anche di fascia alta, fino ad allora prodotte per il core Northwood, non erano in grado di gestire i consumi del nuovo arrivato (superiori ai 100 Watt).

Per far fronte a questi problemi, almeno temporaneamente, Intel propose un nuovo standard per le schede madri e i case, denominato BTX. Questo nuovo formato avrebbe dovuto migliorare l'efficienza del sistema di dissipazione, ma avrebbe anche richiesto che gli utenti comprassero un nuovo case e un nuovo dissipatore per la CPU.

Alcuni siti appoggiarono in principio la proposta di Intel, vendendo in questa un perché di Prescott: "Intel's modifications to Prescott make lots of sense". (Esempio)

Ci fu comunque una levata di scudi per evitare che il BTX diventasse lo standard. Questa protesta si concluse positivamente anche grazie ad AMD che, non avendo processori eccessivamente esosi, supportò l'ormai conosciuto standard ATX.

Le vendite in ascesa dei processori Athlon 64 frenarono i produttori di case e schede madri nel supportare la proposta di Intel. Tutti questi problemi non permisero a Prescott di superare in frequenza il più veloce Northwood. Entrambi si fermarono a 3,4 GHz.

Nel giugno del 2004 Intel decise di pensionare definitivamente il Socket 478 in favore del concettualmente nuovo LGA775.

 

Tabella delle caratteristiche principali di Willamette, Northwood e Prescott:

 

Caratteristiche CPU Willamette, Northwood e Prescott

 

Willamette

Northwood

Prescott

Die Size

217 mm2

131 mm2

115 mm2

Transistor

42 Milioni

55 Milioni

125 Milioni

Gate length

90 nm

60 nm

50 nm

Copper Interconnect

Non presente

6

7

Chemical

Non conosciuto

Cobalt Silicide

Nickel Silicide

Lithography

248nm

248nm

193nm

Silicon

Normal Si

Normal Si

Strained Si

Trace Cache

12µ-Ops

12µ-Ops

12µ-Ops

L1 cache

8KB

8KB

16KB

L2 Cache

256KB

512KB

1024KB

Pipelines

20 stages

20 stages

31 stages

Instructions

FP, MMX, SSE, SSE2

FP, MMX, SSE, SSE2

FP, MMX, SSE, SSE2, SSE3